certe cose non cambiano mai

tempo fa ho riletto le cose che scrivevo nel blog su mio figlio
anni di litigate, incomprensioni, ansie, problemi a non finire; capivo benissimo che alla radice di questo c’erano due fattori che insieme hanno fatto il disastro educativo con mio figlio: l’incapacità di mio marito di fare squadra con me e la sua difficoltà (su cui servirebbe l’aiuto di uno psicologo) di essere severo con suo figlio.Sicuramente la mia parte l’ho fatta anche io, ma ovviamente mi è più facile vedere le colpe di mio marito
non ce la fa proprio, è più forte di lui: lo giustifica sempre, lo spalleggia sempre, lo scusa sempre.
Ora le cose sono cambiate, il ragazzino problematico è diventato un uomo che lavora ed è una risorsa per la famiglia e l’azienda, ma le dinamiche sono sempre le stesse

ieri mattina alle 7.00 noi stiamo tornando dalla montagna; abbiamo preso una nuova abitudine, alla sera, finito il lavoro, il tempo di una doccia e poi via, dopo 45 minuti siamo in montagna dove ci aspetta il nostro camper
cena, film, dormita sotto i piumini e alla mattina presto si riparte
Figlio piccolo ci fa il piacere di andare prima in azienda, perchè i dipendenti hanno preso l’abitudine di arrivare prima, far colazione tutti insieme e quindi hanno bisogno che qualcuno apra l’appartamento che hanno a loro disposizione
ma mio marito vede dalle telecamere che sono tutti fuori ad aspettare lui, quindi mi dice di chiamarlo.
“dove sei?” gli dico al telefono
lui mi dice che sta entrando in quel momento in azienda, ok tutto a posto
ma a mio marito parte la crisi isterica. “tu non devi dirgli dove sei, sembri la santa inquisizione! devi dirgli tutto bene? così lui non si sente sempre giudicato da te!”
“ma che cavolo dici? non devo mica camminare sulle uova quando parlo con mio figlio, non è mica un malato di mente! ma perchè lo tratti come se fosse un bimbo?”
e così stiamo già litigando di mattina presto
me le ero dimenticate queste “azzuffatine” , ma certe cose non cambiano mai

14 risposte a “certe cose non cambiano mai

  1. Andate in montagna, arrivando il tardo pomeriggio, per cenare e guardare un film e la mattina dopo già tornate a casa? Emily ho capito bene? 😂

  2. I pendolari dell’estate! ♥

    Sì, certe dinamiche non cambiano! Dovremmo ricordarcelo e agire di conseguenza avendo maturato esperienza, ma non (parlo di me) non riesco a capire come io sia leggermente cambiata con l’esperienza e altri no! 😉

    Ohmmm! Ohmmm! Ohmmm!

    Ciao, Fior

    • si hai ragione, ma era da tanto che nn capitava, era dai tempi della scuola del figlio!
      ma con lui è sempre così, è sempre protettivo nel senso deleterio del termine, e nn c’è verso che lo capisca, anzi, lo sa ma nn lo riconosce quando capita

  3. Incredibile! Il tutto per dormire al fresco 😂 stima infinita e che voglia di farvi 90 min di strada haha io mi lamento dei miei 60″ per andare e tornare dal lavoro, fate voi!

  4. no ma vabbè siete dei grandi!!!
    Comunque se mio marito mi fa una sparata del genere, non hai idea di cosa scatena in me!!!

    • ah tesoro ne ho sentite di peggio in questi anni…e ogni volta casco dal pero, io che ho sempre la risposta pronta mi ritrovo ad incazzarmi senza avere altra arma che cominciare a litigare su i ruoli e le responsabilità

  5. Ho riflettuto molto sull’opportunità di scrivere questo, poi ho deciso che siccome sei una donna intelligente e saggia la prenderai per il verso giusto.
    Non so in questo caso se chiamare tuo figlio sia stato giusto, e ti faccio una domanda: se fosse stato un dipendente “estraneo” l’avresti chiamato o avresti soprasseduto?
    Non lo so, te lo dico da una diversamente giovane che lavora in famiglia, a volte la pressione trascende il lavoro e diventa personale. Si aspettano di più e di meglio che se fossi una dipendente X e il telefono squilla per motivi ed in momenti in cui altrimenti rimarrebbe zitto.
    Scusami per l’invasione di campo, spero di non essere stata inopportuna ma sono certa che comprendi lo spirito con cui è fatta 🙂

    • Certo che lavorando in famiglia “la pressione trascende il lavoro” . . . penso che sia per questo che (a volte) le aziende famigliari resistono all’entrata della seconda generazione, ma non alla terza.
      Una conoscente, sotto pressione dal padre (che benché in pensione e che lei lavorasse con lui da quasi 20 anni e avesse la stessa mentalità del padre, pretendeva e pretendeva sempre di più) scese in sciopero una settimana . . . 😉

      Ciao, buona fortuna! Fior ♥

    • si hai ragione ( e nn ti preoccupare del contraddittorio, io sono una stronza piena di se’ ma amo discutere con le persone intelligenti!), mi hai fatto riflettere e se fosse stato un estraneo probabilmente sarei stata molto più gentile. Non avrei soprasseduto, ma sicuramente nn l’avrei apostrofato con un “dove sei?” così perentorio.
      touchè

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